Sentirsi giovani e vivere più a lungo
Immaginiamo di non sapere la nostra data di nascita, di non avere un certificato di nascita e di poter individuare la nostra età sulla base di come ci si sente dentro. Quanti anni sentiamo di avere? Questa stima è l’Età Soggettiva o età psicologica.
Alcune ricerche si sono occupate della percezione soggettiva dell’età ed hanno indagato le differenze tra le fasce di età, le differenze di genere e i fattori che la influenzano.
Ci sono differenze tra l’età soggettiva nella prima infanzia e nella vita successiva.
Le persone di mezza età e gli anziani tendono ad avere un’età soggettiva più giovane, tendono a sentirsi più giovani della reale età anagrafica. Solo nei giorni di forte stress o di malessere fisico tendiamo a sentirci più vecchi di quanto ci sentiamo se non abbiamo fattori di stress o problemi di salute.
Dagli studi emerge una differenza di genere: le donne si sentono più giovani degli uomini (Markus Wettstein – Università Humboldt di Berlino).
Effetti del sentirsi più giovani
Tra i vari aspetti indagati e tra i dati emersi particolare importanza assumono gli “effetti” di questo fenomeno: l’età soggettiva influenza e predice quanto saremo sani in seguito. Le persone che si sentono più giovani sono più sane, vivono più a lungo, hanno un rischio di demenza inferiore. Sentirsi più giovani comporta davvero una serie di importanti vantaggi.
Anche le ricerche condotte dal National Institute of Aging (USA) su circa diecimila persone e per ben 20 anni, rilevano che i fattori psicologici, comportamentali e sociali influenzano la salute e il benessere man mano che si invecchia. Questi studi individuano i fattori chiave che incidono sull’età psicologica. Uno dei fattori più importanti è il “movimento”. Chi si sente più giovane è più in movimento e fa più attività fisica. Questo risulta essere un circolo virtuoso perché l’essere attivi influisce positivamente alimentando ulteriormente la vitalità e riducendo il peso degli anni. Un altro fattore significativo dell’età soggettiva è quello di sentirsi importanti per gli altri, sentirsi utili. Il vissuto interno di un’età più giovane di quella anagrafica risulta collegato ad avere ruolo sociale, avere stimoli, coltivare interessi.
Yannick Stephan dell’Università di Montpellier ha esaminato i dati di più studi durati molti anni e a cui hanno partecipato 17mila persone. Egli ha riscontrato che sentirsi tra gli otto e i tredici anni più vecchi della propria età cronologica comportava un rischio superiore di morte del 18-25% in più e comportava un rischio maggiore di malattia.
Questi risultati sono molto interessanti e stimolanti per gli scienziati, per i ricercatori che hanno modo di approfondire le indagini ma sono anche straordinariamente importanti per tutti noi. Sono soprattutto importanti per ognuno di noi perché forniscono stimoli di riflessione su quanto sia preziosa la nostra mente e sulle modalità di attivazione di processi mentali positivi che favoriscono il benessere psicologico e quello fisico.
Dott.ssa Rita Gagliardi
Psicologa Psicoterapeuta