PSICOTERAPIA E TERAPIA FARMACOLOGICA
Producono gli stessi risultati; quelli della psicoterapia rimangono attivi nel tempo.
Sempre più frequenti sono diventate, negli ultimi 15 anni, le ricerche sulla combinazione della psicoterapia e della terapia farmacologica e quelle sugli effetti delle psicoterapie in confronto a quelli delle terapie farmacologiche. Alcuni importanti studi hanno chiarito che la psicoterapia può modificare la struttura e il funzionamento cerebrale con la stessa efficacia della terapia farmacologica.
Uno studio è stato effettuato trattando forme croniche di depressione con psicoterapia cognitivo-comportamentale e con terapia farmacologica (Nemeroff et al., 2003). Esaminati nel loro insieme, gli antidepressivi e la psicoterapia erano pressoché pari nella loro utilità. Quando i dati sono stati esaminati più dettagliatamente è risultato che un sottogruppo di pazienti stava meglio con la sola psicoterapia piuttosto che con lo psicofarmaco. Lo stesso in pazienti con depressione da moderata a grave, sono stati confrontate l’efficacia della farmacoterapia con quella della terapia cognitiva (De Rubeis, 2005). È stato riscontrato che 24 sedute di psicoterapia cognitiva, se condotte da terapeuti esperti, erano efficaci quanto la farmacoterapia.
In una pubblicazione del 2010 di American Psychologist, J. Shedler (University of Colorado Denver School of Medicine) prende in considerazione i risultati di 160 studi di psicoterapia psicodinamica, più nove meta-analisi di altri trattamenti psicologici e farmaci antidepressivi. I risultati scientifici evidenziano l’efficacia e i benefici sostanziali della psicoterapia psicodinamica : “Le dimensioni degli effetti sono impressionanti anche per i tratti di personalità e disturbi profondamente radicati”.
Dagli stessi studi si evidenzia inoltre che i risultati raggiunti non solo sono duraturi nel tempo ma tendono ad un ulteriore incremento. I benefici non solo durano, ma aumentano con il tempo. I controlli sono stati effettuati a distanza di nove mesi e più dalla fine della psicoterapia (che aveva avuto frequenza settimanale e durata inferiore ad un anno). L’autore ne deduce che la psicoterapia psicodinamica mette in moto processi psicologici che portano a continui cambiamenti, anche dopo che la psicoterapia è terminata. L’effetto dei farmaci è risultato inferiore, ben più modesto.
Shedler afferma che tali risultati vengono ampiamente ignorati perché “Le aziende farmaceutiche e compagnie di assicurazione sanitarie hanno un vantaggio economico per promuovere l’idea che la sofferenza mentale può essere ridotta a liste di sintomi, e che per trattamento si intende la gestione di tali sintomi e poco altro. Per alcune specifiche condizioni psichiatriche, questo ha un senso”, ha aggiunto. “Ma più spesso, la sofferenza emotiva è intrecciata nel tessuto della vita della persona e radicata nei modelli di relazione”.
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