PSICOTERAPIA UMANISTICA – I METODI
In che cosa si differenziano dall’approccio psicoanalitico?
In realtà le psicoterapie che sono state definite “umanistiche” poggiano e si sviluppano sulle conoscenze psicoanalitiche ma se ne differenziano perché il terapeuta si concentra prevalentemente sulle risorse della persona, sulla capacità di autodeterminarsi, piuttosto che sulla causalità che ha dato luogo al problema.
Quali sono le differenze tra le principali correnti umanistiche?
Vediamo in che modo si differenziano i 3 modelli più conosciuti, quello di Carl Rogers , quello di Fritz Perls (Gestalt) e quello Esistenziale.
- Approccio Rogersiano
Carl Rogers è stato il primo tra gli studiosi di psicoterapia a registrare le ore di seduta e a studiarne sistematicamente il contenuto.
È la tendenza umana alla crescita e all’autorealizzazione che fa da elemento fondamentale e centrale alla psicoterapia rogersiana.
Lo psicoterapeuta era per Rogers un “facilitatore” di questo processo.
Rogers pone soprattutto l’accento su alcune qualità del terapeuta che sono “condizioni necessarie e sufficienti” del cambiamento terapeutico (1957). I fattori più importanti sono la “coerenza” e l'”autenticità” del terapeuta. Rogers pone terapeuta e paziente sullo stesso piano tanto che anziché “paziente” lo definisce “cliente”. La terapia si fonda sulla buona disposizione del cliente a condividere con un altro i suoi sentimenti più profondi e più intimi: ciò è difficile ma è facilitato dalla comprensione e dall’empatia del terapeuta.
Questi punti cardine della psicoterapia rogersiana sono oggi ampiamente dimostrati e sono concetti ormai totalmente assorbiti nella teoria e nella pratica della psicoterapia psicodinamica.
- La Gestalt-terapia
Nasce ad opera di F. Perls che aveva una formazione medica e psicoanalitica. Perls cerca di abbracciare la totalità della vita e delle funzioni umane. Sviluppa così la concezione olistica, accentuando la necessità che le funzioni parziali si armonizzino e si integrino reciprocamente in vista dell’adattamento alla totalità organica. In questo senso, Perls assimila, nella sua terapia e nella sua teoria, importanti aspetti della psicoanalisi e dell’approccio esistenziale. Sebbene alcuni concetti siano espressi e inquadrati in altro modo, Perls dipende strettamente dalle teorie dinamiche della psicoanalisi nella sua interpretazione della motivazione e delle difese.
Il fattore terapeutico è qui la consapevolezza, che è un rendersi conto delle proprie esigenze.
Il terapeuta cerca di aiutare il paziente a trovare le espressioni dei suoi sentimenti.
Perché la crescita si verifichi è necessario che la persona sviluppi consapevolezza, del momento e della situazione che si sta vivendo.
Il terapeuta ha il compito di aiutare il paziente a superare ciò che fa ostacolo alla consapevolezza. Non si tratta di un processo di introspezione o di comprensione del significato e delle origini delle proprie emozioni: è invece privilegiato il confrontarsi con l’esperienza attuale nell’immediatezza del momento. Le domande del terapeuta si aggirano intorno al “che cosa” e al “come”, e raramente intorno al “perché”, al “come mai”, al “per qual fine” qualche cosa è accaduta.
I fattori non verbali e motori assumono la stessa importanza della comunicazione verbale.
- Logoterapia di Viktor E. Frankl
Le teorie di Frankl non sarebbero sorte se non avesse fatto l’esperienza tremenda di tre anni ad Auschwitz e in altri campi di concentramento nazisti. Suo padre, sua madre, suo fratello e sua moglie vi furono uccisi ed egli fece l’esperienza di sopravvivere a tutto questo.
Dopo la guerra Frankl elaborò la Logoterapia.
La Logoterapia si propone di aiutare l’essere umano ad affrontare problemi di natura spirituale e filosofica. È l’aspetto spirituale della vita, quello di cui si interessa essenzialmente Frankl ed egli ne afferma la distinzione dalla sfera del biologico e dello psicologico. Per questo, “la Logoterapia non intende sostituirsi alla psicoterapia che si dedica al trattamento delle difficoltà psicologiche dell’essere umano, ma vuole costituirne un complemento” (S.J. Korchin, 1981).
La Logoterapia si sforza di rendere la persona cosciente delle sue responsabilità perché questo è un elemento essenziale alla vita umana. Ma tale responsabilità comporta delle obbligazioni che, a loro volta, dipendono da come l’individuo intende il significato dell’esistenza.
In sostanza l’approccio di Frankl affronta direttamente i problemi del “senso” filosofici ed esistenziali, che spesso sono stati trascurati dagli psicoterapeuti di indirizzo diversi. L’approccio frankliano non è sistematico e ciò che gli viene maggiormente riconosciuto è l’aver sottolineato l’importanza degli aspetti esistenziali dell’uomo,che, nella società attuale, sono una causa sempre maggiore di malessere e di disturbo psicologico.
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