PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE – I METODI
I metodi della psicoterapia Cognitivo-Comportamentale sono il risultato dell’incontro delle teorie comportamentali e di quelle cognitiviste.
Ritorniamo a vedere separatamente le due correnti per comprendere meglio la loro integrazione e gli approcci metodologici che ne conseguono.
1. Il metodo comportamentale usa le “leggi del condizionamento” per “decondizionare” la persona ad una reazione fobica o inadeguata (sintomo).
I metodi della psicoterapia comportamentale derivano principalmente da due fonti primarie, la classica teoria del condizionamento (di Pavlov) e la teoria del condizionamento attivo di Skinner.
Mettono invece completamente da parte le varianti motivazionali, dinamiche e della personalità.
Come abbiamo già accennato, Pavlov ha dimostrato con i suoi esperimenti che se facciamo suonare una campana proprio quando diamo a un cane il suo pasto, in seguito il suono della campana, anche da solo, determinerà la salivazione (che era la reazione normalmente provocata dal cibo. La campana e il cibo devono essere associati “ripetutamente”, in modo che si stabilisca e si mantenga la risposta condizionata (campana-cibo). Senza rinforzo (ripetizione) la reazione condizionata si indebolisce e finisce per scomparire.
Gli stimoli condizionati tendono ad essere generalizzati, così per es. l’animale fornirà la reazione condizionata anche se il suono della campana sarà di un’altra frequenza. Allo stesso modo, per esempio, un bambino che è stato morso da un cane può estendere la sua paura a tutti gli animali.
E’ su queste basi che i comportamentisti ipotizzano il formarsi delle fobie e su queste basi applicano l’intervento terapeutico: un contro-condizionamento. L’oggetto temuto, o una sua rappresentazione immaginaria deve essere sperimentato di nuovo in associazione con uno stimolo capace di produrre sensazioni piacevoli. In tal modo, una forte reazione positiva, che è incompatibile con la reazione negativa originaria (nevrotica), indebolisce la reazione nevrotica.
In modo analogo si può rinforzare negativamente (punire) quei comportamenti che giudica indesiderabili.
In questo senso sono state sviluppate una serie di tecniche utili al rinforzo o all’inibizione del comportamento.
2. La psicoterapia cognitiva riconosce, alla base del sintomo, la presenza di variabili personali più complesse (variabili cognitive). Di conseguenza, lavora anche su di esse per giungere alla remissione del sintomo.
Lapsicoterapia cognitiva, come abbiamo accennato nelle basi teoriche, inserisce e aggiunge al modello comportamentista un complesso di variabili, quelle della cognizione: credenze, condizionamenti precedenti e costruzioni interpretative che andrebbero ad incidere sul significato attribuito allo stimolo e sulla conseguente risposta. Quando questi fattori (credenze, condizionamenti, convinzioni etc.) sono alterati producono interpretazioni alterate della realtà. Conducono a valutazioni inappropriate del Sé, delle esperienze personali e delle relazioni interpersonali. Per far regredire i sintomi si deve allora intervenire su queste strutture cognitive alterate.
La terapia cognitiva si focalizza prima sull’individuazione degli errori nei processi interpretativi della realtà per poi applicare strategie e tecniche correttive.
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PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
METODI