POTREMMO FARE A MENO DELLO PSICOTERAPEUTA E FARE DA SOLI?
DA SOLI CERCHIAMO DI COMBATTERE IL SINTOMO CON L’EVITAMENTO O CON LA CONTRAPPOSIZIONE
La Psicoterapia ha come obiettivo quello di risolvere i blocchi interni che ostacolano il funzionamento personale libero ed equilibrato.
I sintomi (a volte lievi, a volte acuti) dovrebbero suggerirci di rivolgerci allo specialista che è lo Psicoterapeuta. Esattamente allo stesso modo in cui facciamo per il disturbo organico: ad esempio in caso di mal di denti ci rivolgiamo all’odontoiatra, se la nostra vista è disturbata ci rivolgiamo all’oculista.
Se riscontriamo sintomi di natura psicologica, se sperimentiamo disagio sul piano personale, questo passaggio è un po’ più difficile perché, come abbiamo detto in altre pagine, possono attivarsi maggiori resistenze a rivolgersi allo psicoterapeuta. Infatti accade spesso di nascondere a noi stessi, in vari modi, il sintomo e il bisogno di essere aiutati. Quando questo insabbiamento non riesce e i sintomi accrescono il disagio, possono scattare misure difensive che portano ad irrigidirsi verso il disturbo stesso. Questo irrigidimento può provocare
- L’EVITAMENTO progressivo delle situazioni associate al malessere e vissute come pericolose;
- Una CONTRAPPOSIZIONE, un braccio di ferro nei confronti del malessere.
Nel primo caso cerchiamo di combattere il sintomo allontanandoci, evitando le situazioni vissute come pericolose. Ad es. si evitano situazioni sociali per paura di provare vergogna o imbarazzo; si evita di entrare in luoghi chiusi o in ascensore per evitare l’ansia che potrebbe scatenarsi; si smette di guidare l’auto se viene vissuta come scatenante un possibile attacco di ansia. L’Evitamento dà un immediato sollievo e aiuta a breve termine ma ha effetti molto negativi a lungo termine. Con il passare del tempo, infatti, la strategia dell’evitamento aumenta il senso di inadeguatezza rispetto alla situazione temuta. Aumenta le paure originarie e accresce la sfiducia di poterle mai risolvere.
Nel caso della Contrapposizione la reazione è opposta: si vuole vincere sul sintomo, sul malessere e si scatena una specie di sfida. Le situazioni vengono affrontate con la necessità di dimostrare il potere e il dominio sul sintomo. Questo braccio di ferro, oltre ad essere stressante, non ha esiti positivi perché il malessere, il blocco che persiste nonostante gli sforzi, nonostante tutta la forza di volontà, conduce a sentimenti di fallimento e di impotenza.
La strategia dell’evitamento e quella della contrapposizione non possono funzionare perché entrambe vogliono “eliminare” il sintomo senza occuparsene, senza occuparsi di ciò che lo genera.
“Occuparsi” del sintomo vuol dire anzitutto riconoscergli la sua funzione, cioè quella di segnalare un’anomalia. E’ attraverso la Psicoterapia che questa anomalia si può individuare e risolvere. Praticando il “laboratorio” della psicoterapia è possibile conoscere le variabili interne che generano e alimentano l’alterazione dell’equilibrio personale. La persona stessa potrà sviluppare, passo dopo passo, parti interne nuove che le permetteranno di districare i fili delle tensioni e di uscire dai circoli viziosi.
Domande e Risposte:
- COSA FA CONCRETAMENTE LO PSICOTERAPEUTA?
- QUANDO RIVOLGERSI AD UNO PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA?
- QUAL È LA DIFFICOLTÀ NEL RIVOLGERSI ALLO PSICOLOGO?
- QUALI SONO LE RAGIONI DELLA RESISTENZA?
- UN LIBRO DI PSICOLOGIA AL POSTO DELLO PSICOTERAPEUTA?
- NON È LA STESSA COSA PARLARE CON UN AMICO?
- POTREMMO FARE A MENO DELLO PSICOTERAPEUTA E FARE DA SOLI?