PSICOTERAPIA UMANISTICA – LE TECNICHE
Le tecniche utilizzate dalle psicoterapie che possiamo raggruppare come “umanistiche” variano notevolmente da un approccio all’altro. Hanno un certo rilievo nello sviluppo delle tecniche psicoterapeutiche soprattutto l’approccio rogersiano e quello gestaltico. Sia l’una che l’altra sottolineano aspetti e variabili ormai inconfutabili nelle pratiche psicodinamiche.
Rogers pone al centro del cambiamento le qualità del terapeuta
Si richiede che il terapeuta abbia un atteggiamento autenticamente accogliente, permissivo, non giudicante. Le qualità del terapeuta sono “condizioni necessarie e sufficienti” della trasformazione terapeutica. Il successo della terapia dipende dal fatto che il terapeuta comunichi e che il paziente recepisca :
- coerenza e genuinità del terapeuta;
- riguardo incondizionato per il paziente;
- attenta comprensione empatica del terapeuta.
Proprio perché la persona è naturalmente tendente alla crescita, le qualità del terapeuta devono essere il contesto adeguato per poter aprirsi.
In questa atmosfera il cliente può esprimere i suoi sentimenti. Compito del terapista sarà quello di accettare tali sentimenti e rispecchiarli. Il suo ruolo può apparire come passivo, perché deve solo permettere, predisporre le condizioni affinché un processo intrinseco nella persona abbia corso.
Ruolo del terapeuta nella terapia di Rogers e nella terapia della Gestalt
Mentre nella terapia di Rogers si dà maggiore enfasi al seguire la traccia interiore del cliente e la scoperta avviene nel contesto di una ricerca auto-indirizzata, nell’approccio della Gestalt è il terapeuta che invece guida e segue. Lo psicoterapeuta è, di conseguenza, più direttivo e influenza maggiormente il cliente, creando situazioni che lo aiutano a scoprire determinati aspetti della sua esperienza e comunicando le proprie intuizioni su ciò che sta avvenendo.
Il principio fondamentale della terapia della Gestalt è che il cliente deve scoprire la verità per proprio conto, attraverso la sua esperienza interiore e che la verità non può essere fornita dal terapeuta. Questi si adopera invece per facilitare questo processo e, a differenza del terapeuta rogersiano, lo fa attivamente. In alcuni casi il terapeuta della Gestalt può affrontare, frustrare o sfidare i blocchi o le interruzioni dell’esperienza.
Nell’approccio esistenziale la conduzione pratica è meno chiara perché da un lato si afferma che l’esperienza deve venire dal paziente e non essere imposta dal terapeuta; d’altra parte alcuni meccanismi di difesa e alcuni tentativi di “evitamento” vengono spesso sfidati in modo diretto dal terapeuta.
Nel processo terapeutico gli esistenzialisti combinano l’interpretazione e il confronto. Essi sfidano e interpretano ciò che ostacola la scelta e l’azione. Si confrontano con i blocchi, ma valorizzano la capacità del cliente di trovare la propria strada e di determinare le proprie mete.
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