LE BUGIE: IMPARIAMO A RICONOSCERLE
La Bugia, l’inganno e l’autoassoluzione
Noi tutti sappiamo che ci possono essere molte ragioni e differenze di significato quando diciamo il vero oppure non lo facciamo. Potremmo, per esempio, essere spinti dal desiderio di proteggere i sentimenti degli altri… oppure potremmo essere in difficoltà con i “nostri” sentimenti e con la sostenibilità personale della “verità”.
Al di là della sfera più intima e personale abbiamo tuttavia -spesso senza rendercene conto- una quantità di stimoli e informazioni/sollecitazioni quotidiane che condizionano le nostre scelte (personali, economiche, politiche). Si tratta di informazioni o messaggi che ci traggono in “Inganno”.
L’Inganno può essere determinato:
- da vere e proprie “bugie“, cioè da affermazioni false;
- da “omissioni“, ossia da qualcosa che si evita di dire;
- da affermazioni “Palter“, dall’inglese ” to palter”, cioè agire con doppiezza. Sono affermazioni vere ma che sono fuorvianti perché lasciano intendere, ingannevolmente, qualcosa di “altro” rispetto a quanto strettamente dichiarato. Se ad es. dico che un cibo è molto buono posso dire la verità rispetto al piacere di mangiarlo e all’esperienza di gustarlo. Se però lascio intendere che questo corrisponda alla “qualità” del cibo (provenienza, coltivazione etc.) posso indurre in errore. Nel Palter quindi si dice qualcosa di vero con l’intento di ingannare.
L’Inganno è stato recentemente oggetto di studio di un gruppo di ricercatori (T. Rogers, R.Zeckhauser, F. Gino, M.Schweitzer e M.Norton) pubblicato nel Journal of Personality and Social Psychology (marzo 2017). Essi hanno studiato le modalità di trarre inganno nelle attività commerciali, nell’attività finalizzata cioè alla vendita di un prodotto (nella ricerca si trattava della vendita di auto).
La ricerca ha evidenziato:
- Che i negozianti distinguevano i tre livelli di inganno (Bugia, Omissione, Palter).
- Ha dimostrato anche che le stesse persone ritenevano le bugie di “Omissione” e di “Palter” più etiche delle bugie in senso stretto (cioè affermate esplicitamente).
- Anche motivando i venditori della ricerca ad utilizzare la Bugia esplicita e diretta, in quanto maggiormente efficace ai fini della vendita (prospettando una probabilità di vendita molto alta), i partecipanti risultavano tuttavia più propensi ad adottare l’Inganno attraverso parziali verità (Palter). Queste stesse persone, infatti, valutavano il loro comportamento più etico rispetto a chi mentiva esplicitamente.
Nella percezione di chi mette in atto il comportamento ingannevole, la bugia risulta essere più grave dell’inganno attuato nel Palter (cioè attraverso il sotterfugio della apparente verità). C’è una specie di autoassoluzione.
Qual è invece la percezione di chi subisce l’inganno? Lo studio dimostra che questa percezione cambia quando invece ci si trova dall’altra parte, dalla parte di chi è ingannato. Chi ne è vittima valuta infatti egualmente immorali e gravi entrambi i comportamenti, sia quello della bugia esplicita che quello, indiretto, dell’inganno attraverso una parziale verità (Palter).
Questa divergente valutazione etica è spiegata proprio dalla prospettiva diversa di chi produce il danno e di chi lo subisce: chi mette in atto il comportamento tende ad assolversi perché, in fondo, pensa di aver detto una verità; chi è colpito e danneggiato valuta proprio sulla base delle conseguenze e percepisce l’inganno attraverso Palter sullo stesso piano della Bugia esplicita perché il risultato (il danno) è lo stesso.
Dott.ssa Rita Gagliardi
Psicologa Psicoterapeuta